Ho spesso associato a questo quadro fotografico un significato inerente l’amicizia… ma non solo. Una verità è che bisogna capire quando è il momento di farsi aiutare e non è semplice, per varie ragioni, culturali, personali, sociali, ecc…
Vi lascio alle parole esperte della psicologa Claudia Politi:
“L’osservazione di questo quadro fotografico, porta l’occhio a spostare la sua attenzione su vari focus. Nulla è per come appare ad uno sguardo veloce e, data questa ambiguità, si cerca un significato, un’allusione o forse anche una metafora che ci spieghi ciò che è raffigurato. Per soddisfare questo bisogno di disvelamento riosserviamo l’immagine: una sfera avvolgente, contenitiva nella sua circonferenza che dà la sensazione di tridimensionalità, dove si trova uno spazio accogliente come l’abbraccio raffigurato. Già a guardarlo si può provare consolazione, rappacificazione, serenità e protezione. Già lo sguardo attiva le endorfine come se noi stessi fossimo i protagonisti di questo abbraccio. «Un abbraccio è più bello di un bacio» queste sono parole che ho ascoltato dalla voce di un bambino. Spesso si crede che a citare qualcuno di famoso il contenuto di ciò che stia dicendo abbia più valore, ma in questo caso un bambino può considerarsi il vero esperto, qualificato e specializzato nella sfera affettiva già solo per il fatto di essere un bambino perciò dotato di una saggezza innata, spontanea ed autentica. Un abbraccio così come l’amicizia – o anche l’amicizia così come un abbraccio – sono infatti in grado di sostenere, alleviare le sofferenze dell’anima, colmare un vuoto interiore donando piacere, gratificazione e aiutando a sopportare meglio il dolore e lo stress. Allora nell’abbraccio e nell’amicizia si può trovare ristoro tornando ad essere bambini e dando così respiro al nostro fanciullo interiore. Come?Aiutando in primo luogo noi stessi a superare le barriere interiorizzate per acquisizione spesso legate alle nostre rappresentazioni mentali. Tuttavia, è bene ricordare che l’aiuto non si può fornire se non viene esplicitamente richiesto. Dare aiuto non richiesto, infatti, sarebbe frutto di interpretazione dei bisogni dell’altro e quindi distante dal soddisfarli veramente ed inoltre sarebbe gratificante unicamente per chi lo fornisce andando a rinforzare il proprio ego. Occorre quindi attendere il tempo che maturi spontaneamente la richiesta portatrice di tale bisogno e, per far questo, è necessario coltivare un senso di accoglienza dell’altro da entrambe le parti, attraverso lo sviluppo della fiducia per potervisi abbandonare in modo rassicurante. Ecco, come in un circolo virtuoso, ritornare la tematica dell’amicizia che offre, per le proprie prerogative intrinseche, un luogo di ristoro in cui potersi finalmente lasciare andare in un abbraccio a tutto tondo come quello raffigurato che, assomigliando ad un pianeta o ad un satellite, metaforicamente può rappresentare il valore cosmico dell’amicizia”.
Dott.ssa Claudia Politi
Psicologa esperta in bioenergetica
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